L'arrocco by Francesca Silvestri

L'arrocco by Francesca Silvestri

autore:Francesca Silvestri [Silvestri, Francesca]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Les Flâneurs
pubblicato: 2022-04-29T04:00:00+00:00


12. Il sospetto

Non c’è spazio per i sentimenti in un’inchiesta, questo l’ho imparato quasi subito. È un’indagine spietata che va in cerca di prove, analizza con lucidità persone, fatti, parole, per arrivare, pezzo dopo pezzo, alla soluzione dell’enigma. Nulla è affidato al caso ma solo alla logica che intreccia tempo, spazio, circostanze. Non ci si può affezionare ai protagonisti e non bisogna distogliere lo sguardo dall’obiettivo finale: la verità. Ma io mi ero affezionata alle parole e ai racconti di blue_butterfly e, anche se avevo il sospetto che non fosse tutto esattamente come mi raccontava, dovevo mantenere la rotta.

Lara di solito mi scriveva nel primo pomeriggio, mattina alle sue latitudini, ed era bello leggerla. Bevevo in un fiato le sue parole e mi sentivo già meglio: lei faceva questo effetto, Greg mi aveva avvisata. Ormai ci scrivevamo ogni giorno come due amiche di penna.

Sotto ai miei occhi si stava dipanando una matassa ingarbugliata di fatti e personaggi legati da un sospetto. Ecco, più che a un’inchiesta, a pensarci bene, mi ritrovavo immersa in un flusso di coscienza molto potente, un fiume impetuoso che scorreva dentro di me. E la cosa lì per lì mi apparve come una rivelazione. Me ne accorsi quasi subito, quando le accennai di Luca e della telefonata.

Presi al volo i minuti di pausa in radio, i soliti sette minuti e mezzo esatti, e cominciai a scrivere tutta la mia rabbia per lui e per il suo nuovo ingombrante ritorno nella mia vita. Man mano che scrivevo di me e di Ahmed, ma anche di Paula, di Aisha, delle lettere, dei filmati che custodivo mi rendevo conto che la rabbia si trasformava in amarezza, generata dal senso di impotenza che ormai stava travolgendo la mia vita.

Finii di scrivere che erano quasi le quattro di notte. Dopo l’invio della mail a Lara me ne andai a dormire. Facevo così, come un rito purificatore, come se aspettare la sua risposta potesse turbare il mio sonno.

Lara mi scriveva che il mio risveglio, la mia “seconda” vita le sembrava in certi casi addirittura paradossale, una sorta di contrappasso dantesco che costringeva un’inviata di guerra a raccontare trame di film d’amore, in radio per giunta! Mi riconoscevo nelle sue parole, ero proprio io con le mie contraddizioni. Provai a fare lo stesso con lei, immaginandola. Poco trucco, abiti sobri, scarpe basse, biondissima dai lunghi capelli. Occhi grandi, profondi, verdissimi, di quelli che ti scavano l’anima. Era così che la dipingevo nella mia mente.

Finora l’avevo vista di sfuggita in album di famiglia, fotografie in bianco e nero che ogni tanto mi inviava per farmi conoscere i volti dei fratelli e della nonna, alla quale sosteneva di assomigliare molto. Che sorpresa quando la vidi nelle foto che la ritraevano in coloratissimi abiti tradizionali iraniani, afgani e marocchini, truccatissima e in pose da diva. Quelle erano foto per ringraziare un’amica che le aveva inviato gli abiti, mi disse un giorno.

Ma com’erano davvero i suoi occhi non potevo saperlo.

Fino a quel giorno.

Non avrei mai pensato che dopo pochi mesi l’avrei incontrata davvero.



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